Diamanti sintetici: costi diversi, stessa qualità?

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Orecchini scintillanti, bracciali luminosi, collante dal bagliore unico, anelli splendenti… Spesso, vedendo queste meravigliose creazioni, rimaniamo folgorati dalla loro bellezza e pensiamo tristemente che non saranno mai nostre. Attenzione però perché, parafrasando un famoso il proverbio, non è tutto diamante quel che luccica!

Infatti, accanto alle pietre naturali di grande valore, esistono in commercio i diamanti sintetici che sono molto simili a quelli reali, ma che vengono realizzati in laboratorio ed hanno quindi un costo decisamente più basso.

Conosciuti anche come diamanti di coltura, possono avere delle sigle come HPHT o CVD che descrivono il metodo di sintesi che può essere High Pressure High Temperature, per cui ad alta pressione e ad elevata temperatura, oppure Chemical Vapor Deposition cioè a deposizione chimica da vapore.

metodo diamanti sintetici(metodo utilizzato per realizzare diamanti sintetici. Fonte: Geopop)

Poiché in molti casi il risultato finale è ottimo e tanti diamanti sintetici sono simili a quelli reali, viene spontaneo chiedersi: chi non è esperto del settore come riconosce gli uni dagli altri?

La risposta è già nella domanda. Proprio perché a occhio nudo le pietre artificiali non sono facilmente distinguibili dalle altre, è sempre meglio affidarsi ad un perito, che dispone di specifici strumenti di riconoscimento ed è in grado di fare una valutazione precisa, oppure ad un rivenditore serio e conosciuto.

Per valutare i diamanti occorre infatti seguire determinate procedure: bisogna osservare la pietra al microscopio per verificarne la purezza, identificare le bande di assorbimento allo spettroscopio e fare una prova con un forte magnete per cui se il diamante reagisce è sintetico.

C’è poi la tecnica della spettrometria di fluorescenza che permette di verificare se un diamante è da laboratorio oppure no. Se la banda spettrale è continua la pietra è naturale, se invece è frastagliata non lo è.

Chi vuole fare un acquisto in autonomia, può quantomeno richiedere il certificato gemmologico emesso dalla GIA o dall'IGI che accompagna le pietre. Se la dicitura è synthetic o lab-grown o ancora lab-created siete sicuri che si tratti di diamanti creati in laboratorio.

Un’altra domanda lecita è: come si creano i diamanti sintetici? Con procedimenti che imitano il naturale processo di formazione.

Bastano infatti pochi millimetri di diamante naturale per sottoporlo all'azione di gas come l’idrogeno o il metano che ne fanno aumentare il volume.

Un’altra tecnica molto usata consiste nel ricreare le condizioni naturali della terra in modo che la grafite sia sottoposta ad alta pressione e temperatura.

Per completezza di informazioni è bene però che sappiate che, secondo un rapporto del 2019 della Natural Diamond Council, la loro produzione non sembra ecologicamente sostenibile in quanto alcune aziende pare che utilizzino combustibili fossili per ottenere l’energia utile al processo di realizzazione in laboratorio e le emissioni inquinanti sarebbero tre volte superiori rispetto a quelle dell’estrazione di un diamante vero.

La questione è molto dibattuta, ma è importante prenderla in considerazione.

Tra tutte, però, la domanda delle domande è: quali sono le differenze tra un diamante sintetico, creato cioè in laboratorio, ed uno vero?

Innanzitutto il fattore tempo. Mentre infatti il primo si forma in circa una settimana, il secondo impiega un milione di anni. La sua storia accompagna la storia dell’uomo e della natura e questo lo rende affascinante e quasi misterioso.

diamanti sintetici

Un’altra discriminante è la rarità. Il diamante autentico è composto da carbonio puro che si cristallizza a temperature che variano tra i 1500° e i 2000° C e il suo processo di formazione è avvenuto prima sotto la crosta terrestre e solo molto tempo dopo è emerso in superficie a causa delle eruzioni vulcaniche.

Proprio per questa sua genesi, quindi, ogni pietra è unica e non riproducibile in laboratorio. Il diamante naturale, poi, ha una vita geologica affascinante, è difficile da reperire e molte estrazioni sono accompagnate da leggende tanto misteriose quanto interessanti.

Anzi, proprio la difficoltà di intercettarle rende queste pietre così preziose e così desiderabili in ogni parte del mondo. Inoltre, non dimentichiamolo, i diamanti colorati in natura sono piuttosto rari da reperire, mentre quelli creati in laboratorio posso avere diverse tonalità.

Da un punto di vista prettamente tecnico, comunque, i diamanti artificiali hanno una luce poco brillante e, messi vicino ad una fonte luminosa, non emanano quel bagliore avvolgente tipico delle pietre vere che fa sognare migliaia di donne!

Per quanto riguarda le proprietà, invece, alcuni diamanti creati in laboratorio hanno durezza, conducibilità termica e mobilità degli elettroni superiori a quelli naturali e per questa ragione sono utilizzati come strumenti da taglio e da lucidatura.

Altri, grazie ad una elevata trasparenza ottica, vengono invece usati per le finestre ottiche nei laser a CO2 ad alta potenza.

Impieghi decisamente importanti, ma ovviamente molto lontani dal mondo della gioielleria.

Da ultimo, ma non meno importante, un altro fattore che determina la differenza tra le due tipologie di diamanti è che mentre quelli sintetici sono semplicemente oggetti di consumo, quelli veri sono a tutti gli effetti dei beni di investimento che durano nel tempo, sono sottoposti a severi controlli che ne attestano la qualità e devono essere venduti accompagnati da certificazioni che tutelano i clienti e ne garantiscono l’autenticità.

Se decidete quindi di acquistare una pietra e siete indecisi, ricordate questo proverbio cinese: meglio un diamante con un difetto che un sasso senza…

www.ildiamantegioielli.com

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